Yes

Gli Yes sono un gruppo musicale britannico formato nel 1968, annoverato tra i principali esponenti del rock progressivo.  La band, che ha conosciuto il periodo di maggior successo negli anni settanta e ottanta, è stata fondata dal cantanteJon Anderson, il bassista Chris Squire, il chitarrista Peter Banks, il tastierista Tony Kaye ed il batterista Bill Bruford, e nel corso degli anni ha visto la partecipazione dei chitarristi Steve Howe e Trevor Rabin, dei batteristi Tony O’Reilly eAlan White, dei tastieristi Rick Wakeman, Patrick Moraz, Geoff Downes, Eddie Jobson, Igor Khoroshev, Tom Brislin ed Oliver Wakeman, del polistrumentista Billy Sherwood e dei cantanti Trevor Horn, Benoît David e Jon Davison.

Grazie ad album strutturalmente complessi ed articolati, acclamati da critica e pubblico, come The Yes AlbumFragileClose to the EdgeRelayer e Going for the One, gli Yes contribuiscono in maniera sostanziale allo sviluppo della scena progressive inglese degli anni settanta, e negli anni ottanta riscuotono un notevole successo discografico e popolarità a livello mondiale con 90125. Proponendo un sofisticato rock sinfonico e romantico che fa largo uso di strumenti elettroniciinnovativi,  come il sintetizzatore, il moog ed il mellotron, la band raffigura perfettamente lo stile progressive nella sua forma più pura e definisce, insieme ad altre formazioni, tra le quali King Crimson e Genesis, i canoni stessi del progressive rock. 

Gli Yes nascono a Londra nel 1968, l’estate in cui Jon Anderson conosce fortuitamente Chris Squire. Anderson lavorava in un bar che era posto proprio sopra al famoso Marquee Club; Jack Barry, il gestore del bar, presentò Squire ad Anderson. Quest’ultimo aveva già cantato per alcuni anni in un gruppo chiamato The Warriors, con il quale aveva inciso due singoli ed aveva poi intrapreso una carriera solista con lo pseudonimo “Hans Christian Anderson”,  registrando altri due singoli. Squire, che suona in un complesso di nome Mabel Greer’s Toyshop, chiede ad Anderson di farne parte come cantante. E così Anderson comincia a collaborare con il gruppo e inizia a comporre canzoni con Squire; questa è l’origine dei futuri Yes. Nel gruppo, comprendente anche il chitarrista Peter Banks (che tra l’altro nello stesso periodo lasciò temporaneamente la band), confluiscono nello stesso anno il tastierista Tony Kaye ed il batterista Bill Bruford (il quale, fra settembre e novembre dello stesso anno, sarà temporaneamente sostituito da Tony O’Reilly).  Poiché i cinque giudicano il nome del complesso troppo lungo, durante una sessione di prova decidono di riunirsi il giorno dopo per creare una nuova band con un diverso nome. Anderson optava per Life, Squire per World; Banks insisteva con Yes. Dopo aver brevemente discusso se scegliere The Yes o semplicemente Yes, di nuovo su suggerimento di Peter Banks, decidono di adottare definitivamente la denominazione Yes (per alcuni mesi pubblicizzata comeYes!). 

Il primo concerto degli Yes si tiene in un campeggio giovanile presso il villaggio East Mersea, sull’isola di Mersea, Essex, il 3 o 4 agosto 1968.  Il gruppo diviene rapidamente noto per il modo in cui esegue cover di brani di altri artisti, espandendole e trasformandole in complesse composizioni, ispirati dai Fifth Dimension e dai Vanilla Fudge.  Si esibiscono come spalla di gruppi affermati in locali come il Marquee Club, con The Who, e persino alla Royal Albert Hall, durante il Farewell Concert,  il concerto d’addio dei Cream.  Nel 1969 Ahmet Ertegün, proprietario della Atlantic Records, assiste a una loro performance presso lo Speakeasy Club di Londra, e decide di scritturarli per la casa discografica e fargli subito incidere un album. Il risultato è l’album omonimo pubblicato nel 1969, che viene accolto bene dal pubblico e dalla critica, anche se non si rivela un successo commerciale.  Il suono brillante, originale e tecnicamente complesso degli Yes va già delineandosi,  ma la band pecca ancora d’esperienza in sala di registrazione,  sono già musicisti solisti di talento, ma non ancora un gruppo. L’album contiene anche due coverEvery Little Thing dei Beatles e I See You dei Byrds.

All’inizio degli anni settanta gli Yes continuano a esibirsi in concerto nel Regno Unito e, occasionalmente, in altre nazioni europee. Il loro secondo album, Time and a Word, è realizzato col supporto di una orchestra sinfonica di 30 elementi. L’album include due coverNo Opportunity Necessary, No Experience Needed di Richie Havens, arricchita con il tema western del film Il grande paese, e Everydays di Stephen Stills. Come per l’album precedente, anche lo stile di Time and a Wordrisente molto dell’influenza di gruppi contemporanei, come i Beatles in Sweet Dreams o nella stessa traccia del titolo.

Forti contrasti nella band, derivanti dall’impiego dell’orchestra, dal progressivo ridimensionamento del ruolo della chitarra e dal ridotto feeling di Peter Banks con lo stile musicale del gruppo portano, poco prima dell’uscita dell’album, all’abbandono del chitarrista. La sua uscita provoca la cancellazione delle date in calendario e il ritiro del gruppo in una fattoria sulla costa devoniana alla ricerca della propria direzione musicale, in attesa di trovare un sostituto all’altezza. Il suo posto viene preso da Steve Howe, un giovane e talentuoso “chitarrista prodigio”, che ha al suo attivo numerose incisioni in gruppi come Tomorrow e Bodast. Howe appare sulla copertina dell’edizione americana di Time and a Word, sebbene non abbia partecipato alle incisioni dell’album. Nello stesso periodo la band conosce Eddie Offord, un produttore discografico molto noto, passato poi alla storia del rock proprio per il suo lavoro con la band e gli Emerson Lake & Palmer. Insieme a Howe e Offord viene realizzato, nel gennaio 1971, The Yes Album, un disco di notevole importanza, contenente quattro tra i brani migliori mai realizzati dalla band. L’album, balzando al sesto posto delle classifiche inglesi e al 40º di quelle americane,afferma la band sulla scena internazionale, tanto che nell’aprile ’71 gli Yes intraprendono un tour negli Stati Uniti, come gruppo spalla dei Jethro Tull, dei Ten Years After e dei Black Sabbath.

Nell’agosto del 1971 anche Tony Kaye, il cui percorso musicale resta fedele all’organo Hammond, mentre Jon e Chris si rivolgono all’emergente strumentazione elettronica, abbandona il gruppo per formare un proprio complesso, i Badger, e viene sostituito da un altro virtuoso, il tastierista degli Strawbs Rick Wakeman, che aveva in precedenza suonato come turnista per artisti di rilievo come David Bowie, Elton John, Lou Reed ed altri. Wakeman, musicista estremamente eclettico, in grado di suonare sia le tastiere acustiche che elettroniche, si dimostra ben presto una perfetta controparte per Howe, introducendo anche due nuovi elementi chiave nella strumentazione del gruppo, il mellotron ed il minimoog. La prima incisione di questa formazione, considerata la formazione “classica” degli Yes, fu un’interpretazione di dieci minuti del classico America di Paul Simon.

Nel 1972 gli Yes incidono due album considerati pietre miliari del rock progressivo: Fragile, che include anche uno dei due singoli di successo del gruppo, Roundabout, e Close to the Edge, rispettivamente nel gennaio e nel settembre dello stesso anno. Entrambi riscuotono un notevole successo nelle classifiche sia europee che americane e sono seguiti dai rispettivi tour. Poco dopo l’uscita di Close to the Edge, Bruford abbandona inaspettatamente gli Yes per passare ai King Crimson. Viene sostituito da Alan White, già batterista della Plastic Ono Band di John Lennon, che fa la sua apparizione sul vinile nel 1973, nel monumentale triplo live Yessongs.

Fragile, considerato da molti l’epitome degli album di rock progressivo, segna anche l’inizio della lunga collaborazione fra gli Yes e l’artista Roger Dean, al quale si devono la maggior parte delle copertine degli album del gruppo, il disegno del loro celebre logo, l’organizzazione del merchandising e l’impianto scenografico utilizzato nei concerti. In Close to the Edge, l’album della suite omonima, di And You and I e di Siberian Khatru, considerato dai più il loro capolavoro, gli Yes raggiungono il vertice del loro cammino artistico. Molti fan considerano l’intero trittico, composto da The Yes Album, da Fragile e da Close to the Edge, l’apice della creatività degli Yes, in cui si definiscono i canoni dello Yessound, nel quale dominano gli arrangiamenti e i virtuosismi individuali; tali supporters sono spesso detti troopers, con riferimento a uno dei brani più famosi di quest’epoca degli Yes, Starship trooper.

Nel 1973 gli Yes ottengono importanti riconoscimenti dalla critica musicale: vengono inseriti nelle classifiche annuali del settimanale Melody Maker e votati miglior gruppo britannico ed internazionale. Analoghi i successi a livello individuale: Wakeman è il miglior tastierista, Squire occupa la piazza d’onore tra i bassisti, Anderson ed Howe sono terzi nelle rispettive classifiche.

Nello stesso anno intraprendono, per la prima volta, tour in Australia e in Giappone. Durante le date nipponiche del Close to the Edge tour, nel marzo ’73, Anderson ha occasione di leggere il libro Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda, ispirato dal quale inizia a comporre, insieme a Howe, i “quattro movimenti” che diventano poi l’opera certamente più imponente del periodo classico del gruppo: Tales from Topographic Oceans. Pubblicato nel dicembre 1973, si tratta di un album doppio, suddiviso in quattro lunghe suite, una per ogni lato del vinile. L’album riscontra un grosso successo commerciale: disco d’oro con le sole prenotazioni raggiunge il vertice delle classifiche inglesi e il 6º posto in quelle americane, ma la sua uscita divide nettamente gli appassionati del gruppo e la critica, registrando pareri discordi tra chi considera l’opera un lavoro di alto livello e chi la ritiene eccessiva e magniloquente, simbolo dell’aspetto autocelebrativo del rock progressivo. L’album suscita lo stesso effetto anche sul gruppo: durante i concerti affiorano spesso delle tensioni che sfociano nell’abbandono di Rick Wakeman, anticipato dai titoli delle riviste di settore, che l’anno successivo se ne va sostenendo di non condividere più la visione musicale del gruppo.

Nel 1974, con il nuovo tastierista, lo svizzero Patrick Moraz proveniente dai Refugee, gli Yes incidono un altro album di grande successo, Relayer, che si ispira a Guerra e pace di Tolstoj e che raggiunge il quarto posto nelle classifiche inglesi ed il quinto in quelle americane. La formula del disco ripropone quella di Close to the Edge, con una suiteThe Gates of Delirium, e due brani più brevi. Al termine del Relayer Tour il gruppo prende una pausa e ognuno dei membri si dedica alla realizzazione di un proprio album solista. Sono di quest’epoca Olias of Sunhillow, integralmente composto ed eseguito da Jon Anderson, Beginnings di Howe, Fish Out of Water di Squire, Ramshackled di White e The Story of I di Moraz. Allo stesso tempo viene pubblicata la prima compilationYesterdays, contenente principalmente brani dei primi due album.

Dopo un breve periodo, mentre nel 1976 lavorano all’album successivo nei Mountain Studios di Montreux, gli Yes si separano da Moraz ritenendolo inadatto alla loro musica, e iniziano a cercare un nuovo tastierista. Dopo una lunga trattativa, Wakeman accetta di suonare come turnista, ma in seguito, impressionato dalla qualità del materiale prodotto, rientra formalmente nel gruppo. Rispetto ai lavori precedenti, Going for the One, datato 1977, alterna brani non troppo lunghi (comunque estremamente originali nella struttura), alle consuete suite dalle atmosfere complesse, brani particolarmente strutturati, come Awaken e Turn of the Century. Sia Going for the One che il successivo Tormato del 1978vendettero bene, nonostante fossero stati pubblicati nell’epoca punk e della disco music.

In quest’epoca i concerti degli Yes sono caratterizzati dall’uso delle tecniche più innovative: l’uso di luci laser, le scenografie immaginifiche di Dean e l’innovativo palco circolare In the Round, con Anderson al centro, fanno delle esibizioni eventi visivi memorabili.

Al termine del Tormato tour, nell’estate ’79, i membri della band si dedicano nuovamente ad attività da solista, producendo gli album Rhapsodies (Wakeman) e The Steve Howe Album (Howe). Poi, nell’ottobre del ’79, insieme a un nuovo produttore, Roy Thomas Baker, si riuniscono a Parigi per dedicarsi al loro nuovo album; tuttavia lo scarso feeling con Baker, il disaccordo sulle scelte musicali e i contrasti finanziari tra Anderson e il resto del gruppo acuiscono i dissapori all’interno della band. La sessione parigina si conclude infruttuosamente quando Alan White si frattura una caviglia, portando alla chiusura di quell’infelice esperienza. Le versioni demo prodotte in quella session sono state pubblicate nella versione “remastered” di Tormatodel 2004. In breve tempo prima Wakeman e poi Anderson, che da qualche anno aveva iniziato a collaborare saltuariamente con Vangelis, formando un duo che ha pubblicato diversi album col nome Jon & Vangelis, lasciano la band che, privata di elementi così importanti, sembra sul punto di sciogliersi.

Il gruppo ha difficoltà a trovare sostituti all’altezza: dietro suggerimento di Brian Lane, il produttore di entrambe le band, Squire contatta Geoffrey Downes e Trevor Horn, rispettivamente tastierista e cantante dei Buggles, gruppo che aveva inciso nel1979 il successo mondiale Video Killed the Radio Star e nel 1980 l’album The Age of Plastic. Con questa formazione gli Yes incidono Drama nell’estate del 1980, lo pubblicano in autunno e lo fanno seguire dal Drama Tour, che ottiene risultati contrastanti: lusinghieri in America (con tre date al Madison Square Garden da tutto esaurito), mentre più deludenti in patria, bollati sia dalla critica musicale che dai fan di Anderson, delusi dal “nuovo corso” di Horn. L’album, che comprende la suite Machine Messiah, un brano che ripropone elementi tradizionali degli Yes, vende comunque bene, raggiungendo la seconda posizione in patria e la diciottesima nelle classifiche statunitensi. L’album ha una ristretta cerchia di estimatori, chiamati panthers:  questo soprannome fa riferimento alle pantere nere che appaiono sulla copertina realizzata da Dean che insieme a Offord, tornato per l’occasione alla produzione, rappresenta l’unico segno di continuità con gli album precedenti.

Al termine del tour di Drama, nell’aprile del 1981, gli Yes si sciolgono ufficialmente.[2] Downes e Howe fondano il gruppo Asia, Horn si concentra sulla sua attività di produttore mentre Squire e White, iniziando a collaborare con Jimmy Page, ex Led Zeppelin, formano un supergruppo chiamatoXYZ, ma che si scioglie nel giro di pochi mesi dopo aver inciso solo poche tracce demo, riprese in seguito in alcuni lavori degli Yes.

Nel 1983, due anni dopo lo scioglimento degli Yes, Squire e White incontrano il chitarrista sudafricano Trevor Rabin e decidono di fondare un nuovo gruppo inizialmente denominato “Cinema”, chiamando poco dopo con loro anche il primo tastierista degli Yes, Tony Kaye, in sostituzione del già reclutato Eddie Jobson. Insieme cominciano a lavorare a una serie di brani composti principalmente da Rabin. Ne nasce una soluzione senza precedenti, che unisce elementi riconducibili all’AOR ed elementi che richiamano lo stile degli Yes classici, come le armonie dei cori. I brani dovevano essere cantati da Rabin e Squire, ma non andò così: Squire infatti contatta Jon Anderson, i due si incontrano a Los Angeles e gli fa ascoltare alcune registrazioni del materiale prodotto con Rabin. Anderson, trovando il materiale molto interessante (in particolare Leave It), decide di partecipare al progetto. Con quattro membri degli Yes nella formazione, il gruppo nascente perde il nomignolo “Cinema” e l’album 90125 viene pubblicato nel 1983 con il marchio “Yes”. Produttore dell’album è Trevor Horn, già cantante degli Yes in Drama.

90125 ha un successo commerciale travolgente ed inaspettato: Owner of a Lonely Heart, il brano di apertura, diventa il secondo singolo di successo degli Yes, e l’unico a raggiungere la prima posizione in classifica. L’album vende complessivamente otto milioni di copie e vince persino il premio Grammy nel 1985 per il miglior pezzo rock strumentale con il brano Cinema. A questo enorme successo segue il più trionfale tour della storia del gruppo, che si conclude con la partecipazione al Rock in Rio, presso Rio de Janeiro, di fronte a un pubblico di centinaia di migliaia di fan e in diretta televisiva. Dal tour vengono tratti un album live, 9012Live: The Solos, ed un video, 9012Live, girato dal regista Steven Soderbergh, per il quale ottiene una nomination ai Grammy.

Nel 1987 il gruppo, con la medesima formazione, tenta di ripetere il successo di 90125; dopo aver registrato alcune tracce si trasferisce a Los Angeles dove, in mezzo a molti contrasti, vede la luce il nuovo album, Big Generator, che vende ben due milioni di copie, ma non come il precedente album. L’album dà anche il nome alla categoria di fan, i generators, che considerano questo periodo della storia degli Yes, dominato da Rabin, in qualche modo l’apice del gruppo,  in contrapposizione ai troopers, i fan dello Yessound e della formazione dell’era classica.

La realizzazione di Big Generator è minata da tensioni interne al gruppo: divergenze artistiche fra il gruppo ed il produttore, Trevor Horn, lo inducono a farsi da parte prima della conclusione dell’album. Altri dissapori nascono inoltre fra Rabin, divenuto in quegli anni il componente di maggior spicco della band, intenzionato a riproporre il discorso musicale iniziato con 90125, e Jon Anderson, più attratto dall’idea di tornare alle sonorità progressive degli Yes classici, che si sente “confinato” nel ruolo di cantante.

Dopo la conclusione, nell’aprile 1988, del Big Generator Tour, Anderson abbandona nuovamente il gruppo, formando una sorta di “Yes alternativi” con Wakeman, Howe, Bruford e Tony Levin, quest’ultimo già bassista di Peter Gabriel e dei King Crimson. La nuova formazione prende il nome di Anderson Bruford Wakeman Howe, abbreviato in ABWH, e pubblica il proprio primo e unico album omonimo nel 1989. L’album ha un discreto successo ed il brano Brother of Mine diventa un video piuttosto noto e trasmesso frequentemente su MTV. Gli ABWH intraprendono, nello stesso anno, un tour mondiale, con il titolo An Evening of Yes Music Plus, da cui è tratto l’omonimo album dal vivo, nel quale compare anche Jeff Berlin al basso, come sostituto di Levin in alcuni brani. Tra l’altro la Atlantic Records intenta anche un’azione legale contro l’uso della parola “Yes” nel nome dello spettacolo di Anderson e soci, forte del fatto che il “proprietario” legale del nome è Chris Squire.

All’inizio degli anni novanta gli ABWH e gli Yes stanno lavorando sui rispettivi prossimi album. In casa Yeswest, come sono chiamati gli Yes in quel periodo, in riferimento al fatto che la formazione era stata costituita e aveva lavorato principalmente negliStati Uniti, Squire inizia a lavorare con il chitarrista Billy Sherwood dei World Trade, essendo Rabin impegnato in un tour solista. Contemporaneamente, la Arista Records, nuova etichetta degli ABWH, inizia a rendersi conto delle opportunità commerciali che potrebbero scaturire da una “riunione” di Yeswest e ABWH (o Yeseast, gli Yes europei) sotto il nome comune di “Yes”. Alla fine l’unione diviene una realtà: il materiale prodotto da ciascuno dei due gruppi viene messo insieme, in particolare la voce di Anderson viene impiegata nei brani dell’altra formazione, e il risultato è l’album Union del 1991, ma la musica non è proprio paragonabile a quella del miglior periodo della band e le vendite ne risentono. Due terzi del materiale era degli ABWH; gli Yeswest contribuiscono solo con quattro brani, di cui uno scritto da Squire/Sherwood (The more we live). La produzione del disco, curata da Jonathan Elias, è oggetto di numerose controversie e di attacchi diretti, in particolar modo da parte di Steve Howe, anche a causa del fatto che il chitarrista deve suonare in veste di sessionman sui nastri originali degli ABWH. All’album segue l’imponente Union tour, che ottiene un grosso successo e si svolge in Europa, Stati Uniti e Giappone. In una sorta di revival degli splendori del gruppo, viene riproposto il vecchio palco in the round, con Jon Anderson al centro e due gruppi che vi suonano allo stesso tempo.

Al termine del tour Bruford, che non era convinto del progetto avviato con la fusione Yes/ABWH, abbandona il gruppo. Nel 1993, quando gli Yes iniziano a lavorare al loro album successivo e si ricompone la formazione di 90125, ovvero gli Yeswestinsieme ad Anderson, Howe e Wakeman decidono di farsi da parte.

Nel 1994 viene pubblicato Talk, uno degli album commercialmente meno fortunati nella storia del gruppo. Eppure il materiale, prodotto interamente da Anderson e Rabin, è davvero di valore, ed è valorizzato da tracce come The Calling, un brano rock genuino e dalla sonorità potente ed Endless Dream, una suite composta su richiesta di Phil Carson, il capo della Victory, finalizzata a rinnovare i suoni tradizionali dello Yessound e che contribuisce ad avvicinare l’album al suono ed allo spirito degli Yes “classici”. Nell’album si sperimentano tecniche innovative, registrandolo interamente su hard disk e rielaborandone le tracce al computer, una tecnica che sarebbe divenuta di routine da lì a qualche anno. L’insuccesso commerciale dell’album porta al tracollo finanziario la casa produttrice, la Victory Records. All’album segue il Talk tour, al quale prende parte anche Billy Sherwood, ingaggiato come possibile rimpiazzo di Squire, in forse a causa di problemi cardiaci, che non gli impediranno comunque di partecipare; al termine del tour Kaye, Sherwood e Rabin abbandonano la band.

Dopo questa separazione, che può preludere allo scioglimento del gruppo, dato il ruolo di guida del gruppo svolto per tanti anni da Rabin, gli Yes si riorganizzano e nel 1996 Anderson riunisce la formazione classica, con Howe, Wakeman, Squire e White. Il gruppo suona dal vivo in tre concerti al Fremont Theater di San Luis Obispo, in California. Dall’evento sono ricavati due CD live, pubblicati con l’aggiunta di materiale originale nei due album gemelli Keys to Ascension, del1996, e Keys to Ascension 2, del 1997. Keys to Ascension, pubblicato da una piccola casa discografica, non viene pubblicizzato adeguatamente, sicché le vendite ne risentono; inoltre, prima del completamento di Keys to Ascension 2Wakeman, poco propenso ad affrontare un nuovo tour, abbandona nuovamente gli Yes, rinunciando ai possibili proventi che ne sarebbero derivati.

Dopo aver inutilmente cercato di convincere Wakeman a ripensarci, il gruppo si riorganizza: Rick viene sostituito, nella duplice veste di tastierista e chitarrista, da Billy Sherwood che, insieme a Squire, diventa l’elemento chiave del gruppo. Il materiale prodotto durante la loro esperienza nei Conspiracy diviene il nucleo del successivo album, Open Your Eyes che, nello stile di 90125, abbandona nuovamente il sound classico degli Yes a favore di soluzioni rock più semplici e orecchiabili, rappresentando un ponte tra lo Yessound e l’era pop di Rabin. Poiché Keys to Ascension 2, pubblicato dalla Essential Records, è uscito da poche settimane e il tour in programma nell’ottobre ’97 sta per partire, la Eagle Records anticipa la pubblicazione di Open Your Eyes, assemblandone frettolosamente il materiale,[101] e il risultato è uno degli album meno amati dai fan. Nelle stesse settimane esce perfino un terzo album degli Yes, un doppio contenente brani registrati dal vivo per la BBC all’inizio della loro carriera, nel 1969 e 1970 (il disco, curato da Peter Banks, esce in Europa col titolo Something’s Coming ed in America come Beyond and Before).

Durante l’imponente Open Your Eyes Tour, che comprende 164 date in Nord e Sud America, in Europa ed in Giappone e che riscuote molto successo inizia a suonare nel gruppo il giovane e talentuoso tastierista russo Igor Khoroshev, che diviene poi membro ufficiale del gruppo per l’album successivo, The Ladder, pubblicato nel 1999. L’album viene affidato all’esperto produttore Bruce Fairbairn, sotto la cui guida la band ritrova coesione e le idee musicali vengono sviluppate con un efficace lavoro di squadra, ma che non riesce a vedere la conclusione del suo lavoro, poiché muore per cause naturali durante le ultime fasi della realizzazione.
L’album, le cui tracce sviluppano un’ampia gamma di stili e del quale i membri della band risultano particolarmente soddisfatti, è accompagnato da un’operazione commerciale piuttosto insolita per gli Yes, uno dei brani portanti di The Ladder viene utilizzato come colonna sonora di un videogioco, l’omonimo Homeworld.

Nel tour che segue The Ladder, documentato dal doppio live House of Yes: Live from House of Blues, registrato alla House of Blues di Los Angeles, assieme ai nuovi brani vengono riproposti molti “classici” dei primi anni. Successivamente gli Yes iniziano il 2000 Masterworks Tour, con brani tratti da tutto il loro repertorio;  Sherwood, consapevole che tale indirizzo musicale limitava il suo ruolo nella band, decide di lasciare gli Yes per intraprendere la carriera solista. In questo periodo Khoroshev viene accusato di molestie sessuali nel backstage ai danni di due ragazze che lavoravano nella sicurezza ed è arrestato dalla polizia. Un portavoce del gruppo si astiene dal formulare commenti sull’accaduto ma, nonostante le accuse vengano derubricate a reati minori, il tastierista se ne va, essendo venuti meno i rapporti col resto del gruppo.

Privati di un elemento, gli Yes si dedicano al nuovo album Magnification. In questo lavoro la band, dovendo supplire all’assenza di un tastierista, decide di ingaggiare un’orchestra sinfonica, un’esperienza già provata in occasione della registrazione di Time and a Word; la conduzione dell’orchestra viene affidata a Larry Groupé, un ottimo arrangiatore e vincitore di un premio Emmy, e il risultato è uno dei migliori album degli Yes. Il tour corrispondente, Yes Symphonic, iniziato prima dell’uscita dell’album, tocca Nordamerica ed Europa, e include il primo concerto degli Yes a Mosca. Durante il tour viene ingaggiato un tastierista di sessione, Tom Brislin, che si integra molto bene con l’orchestra, riuscendo a riprodurre fedelmente lo stile di Moraz. A testimonianza del notevole livello delle esibizioni viene pubblicato il video Symphonic Live, registrazione di un concerto tenutosi ad Amsterdam il 22 novembre 2001.

Nell’aprile 2002 Wakeman torna nuovamente nel gruppo, poco prima della pubblicazione di In a Word: Yes (1969-), un cofanetto di 5 CD che ripercorre la loro carriera artistica, e dell’inizio del Full Circle, un tour mondiale che passa, dopo trent’anni di assenza, anche per l’Australia. Per tutto il 2002 ed il 2003 gli Yes girano il mondo, finché il Full Circle Tour viene terminato anticipatamente a causa di un incidente occorso ad Anderson, fratturatosi la schiena in una caduta.

Tra il 2005 al 2008 la band resta inattiva, e i nuovi DVD che vengono pubblicati, come Songs from Tsongas o Live at Montreux 2003, contengono materiale degli anni precedenti. I membri degli Yes si dedicano principalmente a progetti solisti o alternativi; Alan White forma, con Geoff Downes, un proprio gruppo, gli White e pubblica l’album omonimo mentre l’anno successivo partecipa al progetto del supergruppo Circa: insieme a Billy Sherwood e Tony Kaye. Chris Squire ridà vita a un suo vecchio progetto,The Syn, che però abbandona nel 2006. Jon Anderson gira l’Europa con il suo Tour of the Universe nel 2005, e nel 2006 è in tour con Rick Wakeman. Steve Howe infine partecipa, nel 2006 e nel 2007, a un tour mondiale della ricostituita formazione originale degli Asia, che pubblica un nuovo album nell’aprile 2008.

All’inizio del 2008 viene annunciato un grande tour mondiale celebrativo per i quarant’anni della band, dal titolo Close to the Edge and Back Tour, con Anderson, Howe, Squire, White e Oliver Wakeman, figlio di Rick. In un primo tempo il tour viene annullato a causa di problemi di salute di Jon Anderson, successivamente è riconfermato col titolo In the Present Tour, annunciando la sostituzione di Anderson con Benoît David, cantante canadese di una delle più note tribute band degli Yes. Nel 2011 con la produzione di Trevor Horn (cantante in Drama e produttore di 90125) gli Yes con Geoff Downes alle tastiere e con il nuovo cantante presentano un nuovo album intitolato Fly from Here ricevendo un discreto successo di critica e di vendite e seguito da un tour mondiale. Invece Jon Anderson nello stesso anno pubblica due album: uno suonato con Rick Wakeman ed intitolato The Living Three, l’altro come solista intitolato Survival. Alan White invece esce oltre che con il disco degli Yes con un cd omonimo al nuovo progetto Levin/Torn/White quasi la stessa formazione con cui l’altro batterista degli Yes Bill Bruford aveva pubblicato qualche anno prima “Bruford/Levin Upper Extremities”.

Agli inizi del 2012, gli Yes annunciano l’ingresso del cantante Jon Davison (già con la prog band Glass Hammer), in temporanea sostituzione di Benoît David (che, peraltro, con un comunicato stampa aveva confermato il distacco temporaneo dalla band, necessitando semplicemente di una pausa a causa di una laringite). Tuttavia, ben presto si diffonde nel web una dichiarazione di Squire secondo cui David non farebbe più parte della band, sostituito in maniera definitiva dal citato Davison.

Lo stile del gruppo è caratterizzato da una serie di elementi riconducibili in gran parte al rock progressivo, del quale gli Yes sono uno degli esponenti più importanti. Gli aspetti tipici della loro musica, permeata di una forte influenza da parte della musica classica, intellettuale, spirituale, e ricca di contrasti dinamici,  sono riportati di seguito:

  • Forte attenzione agli arrangiamenti, con la creazione di complessi intrecci strumentali e abbondanza di assoli, cui contribuiscono musicisti tutti tecnicamente dotati.
  • Ricerca dell’eccellenza e cura di ogni minimo dettaglio, assoluta originalità musicale conseguita attraverso la sperimentazione continua.
  • Predilezione per i brani lunghi, di durata superiore ai canonici tre/quattro minuti di gran parte della musica popolare. Tra questi vanno evidenziate le suite, ovvero brani composti da una successione di temi musicali più o meno distinti, dal sapore solitamente epico.
  • Melodie e armonie lontane dalla consueta progressione blues, spesso classicheggianti e ambiziose, alle volte anche di estremo lirismo e senso epico.
  • Utilizzo di tempi dispari e inconsueti, frequenti cambi di tempo e variazioni di intensità e velocità nel corso di uno stesso brano.
  • Presenza di testi poetici, astratti, immaginifici ed evocativi: in cui la sonorità della parola e le libere associazioni prevalgono sul significato esplicito, con riferimenti a figure o opere letterarie o teatrali, o allusioni a fatti storici, o con testi di difficile comprensione e a volte impenetrabili. La prosa è molto curata, ricca di figure retoriche e riferimenti alla fantascienza. Vi è inoltre scarsità di testi impegnati, caratteristica comune alla maggioranza dei musicisti progressive, che non parlano del contesto sociale e politico in cui vivono ma che hanno come obiettivo una ricerca estetica, e pertanto escludono dalla loro musica qualsiasi legame con la quotidianità, esplorando perlopiù mondi fantastici.

Formazione

Attuale

  • Jon Davison – voce
  • Geoffrey Downes – tastiera
  • Steve Howe – chitarre elettriche e acustiche, cori
  • Chris Squire – basso, cori
  • Alan White – batteria, percussioni, cori

Ex-componenti

  • Jon Anderson – voce, cori, percussioni, chitarra, arpa
  • Tony Kaye – tastiere
  • Peter Banks – chitarra elettrica, cori
  • Bill Bruford – batteria, percussioni
  • Tony O’Reilly – batteria, percussioni
  • Rick Wakeman – tastiere, organo Hammond, pianoforte, mellotron
  • Patrick Moraz – tastiere
  • Trevor Horn – voce
  • Trevor Rabin – chitarra elettrica, cori, tastiere
  • Eddie Jobson – tastiere
  • Billy Sherwood – chitarra, cori, tastiere
  • Igor Khoroshev – tastiere
  • Benoît David – voce
  • Oliver Wakeman – tastiere

Leave a reply